Cose che nessun maestro ti insegna (ma che cambiano tutto)

Hai fatto scale, studiato sonate, letto trattati su come tenere l’arco e come fraseggiare in stile galante. Ma nessuno ti ha preparato al vero campo di battaglia del musicista: la vita reale. Quella fatta di colleghi con ego ipertrofici e fragili, di pubblici rumorosi e di audizioni con giurie che sembrano uscite da un film di Lynch.

Ecco allora, in spirito di sopravvivenza e solidarietà, un piccolo manuale non ufficiale su cose che nessun maestro ti insegna — ma che possono rivelarsi maledettamente utili.

🎻 1. Come affrontare un collega insopportabile
Ogni gruppo da camera più o meno numeroso ha almeno un membro che si crede la reincarnazione di Beethoven. Se sei tu, smetti subito di leggere.
Se invece sei l’altro, ti trovi impantanato tra prove interminabili, interruzioni per “discutere il significato emotivo della semifrase”, e sguardi passivo-aggressivi al primo pizzicato fuori posto.
Soluzione: coltiva il sorriso zen. Oppure porta sempre con te un registratore, così potrai dimostrare che non eri tu ad aver sbagliato il tempo. (Anche se non serve: continuerà a non crederti.)

🎤 2. Come gestire un pubblico rumoroso
Hai studiato Debussy per settimane. Arrivi al pianissimo più mistico… e parte il cellulare del tizio in terza fila, che non solo non lo spegne, ma risponde.
Oppure c’è il classico colpo di tosse a mitraglia, proprio nel silenzio drammatico prima della ripresa.
Soluzione? Imparare l’arte del non sguardo: un misto tra consapevolezza e superiorità morale. Oppure inserisci un bis a sorpresa in cui imitare i suoni del pubblico. A volte l’ironia è più forte del rimprovero.

😅 3. Come sorridere quando sbagli
Sbagli. Tutti sbagliamo. Ma se tu sbagli, lo senti fino nel midollo. Il dito scivola, l’archetto inciampa, la nota esce come un’anatra asmatica.
E in quei tre secondi eterni, il tuo cervello va in loop: “Oddio oddio oddio oddio.”
Il pubblico? Magari non se ne è nemmeno accorto. Ma se ti irrigidisci, lo capirà.
Soluzione: sorridi come se fosse parte del pezzo. Diventa l’attore che sta interpretando il musicista che voleva proprio farlo così.

🎧 4. Come accordarsi con qualcuno stonato (ma con più ego di te)
Succede: entri in duo con un/una collega che ha un orecchio… diciamo selettivo. Peccato che sia anche convintissimo/a di essere un portento.
Gli suggerisci di abbassare il La, ti guarda come se gli avessi insultato la madre.
Soluzione diplomatica: “Che strano, forse il mio strumento oggi ha preso umidità…”
E intanto, tu accordi su di lui. Sì, hai capito bene. La vera intonazione è l’arte del compromesso. In fondo, anche la diplomazia è una forma di musica.

😱 5. Come sopravvivere a un’audizione
Location gelida. Giuria invisibile dietro un paravento. Ti chiamano, entri, respiri. Ti tremano le ginocchia, ma il tuo volto dice “tutto sotto controllo”.
Poi parte il pezzo… e a metà ti chiedono: “Può riprendere dalla battuta 72?”
No, che non si può. Nessuno ha mai veramente studiato la battuta 72.
Soluzione? Fingi. Trova un punto a caso e attacca con convinzione. Se hai stile, sembrerà una cadenza. Se no, almeno ci hai provato con dignità.
(Poi vai a casa, urla nel cuscino, e scrivici un pezzo sopra.)

🎁 Bonus: Come restare umani
Tutti ti parlano di successo, premi, tecnica. Ma pochi ti dicono che il vero lavoro è restare connesso con il perché suoni.
Che sì, esistono colleghi insopportabili, direttori tiranni, pubblici rumorosi e audizioni assurde. Ma esiste anche quel momento — raro, perfetto — in cui ti senti tutt’uno con la musica. E, almeno lì, nessuno ti può più toccare.

Condividi se hai vissuto almeno una di queste situazioni, o se ne hai una da raccontare: inutile dire che questa è solo una micro-lista delle situazioni surreali con cui ci capita di confrontarci, quindi ogni aneddoto è ben accetto. Siamo qui per ridere, piangere… e suonare. 🎶

by Bruno